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martedì 22 luglio 2014

PATTI CHIARI - AMICIZIA LUNGA.

Nessuna notizia dalla società circa il nuovo assetto societario e poche e deludenti notizie a riguardo della campagna acquisti. La tifoseria angolana che ancora ostinatamente va allo stadio, nonostante i pessimi risultati ottenuti negli ultimi due campionati, comincia seriamente a preoccuparsi circa il futuro prossimo della nostra compagine. Alcune voci danno per certa l'uscita di due dirigenti e l'arrivo di nuovi che in teoria dovrebbero apportare dei capitali e consentire di stilare un budget migliore di quello risicato del campionato appena concluso. L'uscita dei due dirigenti segna anche che l'operazione di ripianamento del bilancio si deve considerare conclusa. Il socio di maggioranza resta Bankowski e logica vuole che deve anche, una volta per tutte, assumere la carica di presidente e non affidare più ad altri le mansioni che sono inderogabili da parte di chi alla fine tira fuori la maggior parte dei soldi. Questa figura del presidente che coincide con il socio di maggioranza manca dal 2001/02 cioè da quando Nicola Petruzzi cedette la società a De Cecco. Delegare ad altri il compito di dirigere la società ha prodotto un sostanziale fallimento e a questo punto la figura del dirigente delegato non ha più senso di esistere. Al patron, secondo la logica dei tifosi, spetta il merito quando le cose vanno bene e il demerito quando le cose si mettono male. Ci si augura quindi di non vedere più forme ibride di dirigenti che sono alquanto sgradite alla maggior parte della tifoseria. L'Angolana per tradizione ha avuto da Leonardo Petruzzi, fino al figlio Nicola, un presidente, un vice-presidente (sempre nell'ambito della stessa famiglia), un direttore sportivo e un segretario. Nel caso società presieduta da  Nicola Petruzzi: il vice presidente era il fratello Lorenzo, il direttore sportivo Francesco Montani e il segretario era l'indimenticabile Giancarlo Biondi. E' auspicabile tornare a questa formula societaria. Poche persone giuste al comando e nei posti in cui occorre professionalità e responsabilità. Questa struttura societaria è la più gradita da sempre dalla tifoseria angolana. Nel periodo di De Cecco ci sono state troppe persone in società che hanno prodotto solo una gran confusione e spreco di risorse finanziarie. Con la crisi bisogna anche ridurre al massimo gli sprechi e una società con poche persone può più facilmente raggiungere questo obbiettivo. Spetta adesso al patron dare in breve tempo le risposte giuste al popolo nerazzurro. Dobbiamo tornare a vincere e dobbiamo farlo subito. Negli due ultimi campionati abbiamo collezionato ben 16 sconfitte in casa (dal 1969 fino al 1977, in otto campionati di serie D, le sconfitte interne furono in tutto 17). Questi numeri estremamente negativi devono sparire per sempre. Ci aspettiamo un campionato di vertice. Non dobbiamo temere nessuno in Eccellenza: sono le  altre squadre che devono temerci. La nuova dirigenza deve partire con ben altro spirito e non ereditare la mentalità perdente che ha caratterizzato questi ultimi due anni. In Eccellenza ci dobbiamo stare il meno possibile. Ricordo a qualcuno che De Cecco impiegò tre anni per vincere questo campionato spendendo un sacco di soldi. Non è che scendendo in Eccellenza si spende meno della serie D. In questi anni l'unica cosa che è scesa ai minimi storici è l'entusiasmo dei tifosi che in mancanza di risultati nel prossimo campionato potranno anche accogliere l'invito che è stato più volte rivolto loro nell'ultimo penoso campionato: "Se non vi piace la squadra state a casa!". Queste frasi non si devono più ascoltare per nessun motivo allo stadio. I tifosi sono fondamentali per le sorti della nostra amata squadra e non è tanto conveniente perderne altri. In tanti da tempo non vengono più allo stadio disgustati dai pessimi risultati. Quindi: patti chiari - amicizia lunga.

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